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mercoledì 18 giugno 2008

Il Pd e la collocazione europea: Rutelli non cambia idea. "Er cicoria" dice no al Pse.

(Sfera pubblica) «Mai con i socialisti europei». Francesco Rutelli non cambia idea sulla collocazione europea del Partito democratico. L’ex leader della Margherita ribadisce il suo “No” all’ingresso del Pd nel Pse.
Da un hotel della Capitale, dove Rutelli ha riunito i suoi uomini, l’ex ministro ai Beni Culturali esprime il suo disappunto a chi vede nel suo partito una chiara matrice socialista. «Non entreremo mai nel Pse, in nessun modo. Un rapporto privilegiato con i socialisti è improponibile - ed ancora – dobbiamo avere relazioni di pari dignità con i liberali». Secondo i “rutelliani”, le sconfitte elettorali sarebbero attribuibili proprio alla carente identità del Partito democratico. Il superficiale approccio all’area cattolica-moderata non avrebbe consentito un ampio consenso nell’elettorato di centro. L’accesso al Partito socialista europeo creerebbe ancora più confusione.
Del resto il pensiero di Francesco Rutelli sulla collocazione del nuovo soggetto politico, è risaputo.
Il 21 aprile del 2007, nel giorno in cui dagli studi cinematografici di Cinecittà, il presidente della Margherità sciolse il suo partito per confluire nel Pd, disse: «L’ingresso nel Pse è impossibile per la Margherita». Attaccò i dirigenti socialisti convinti che in Europa ci siano «solo destra e sinistra, come nella circolazione stradale». Sul nuovo progetto politico, Rutelli era stato chiaro: «Il Partito democratico potrà nascere soltanto dalla fine di ogni proposito di egemonia», appartenenza europea compresa.
In un clima di “contrasto” tra la segreteria del partito e la corrente rutelliana, continuano i dibattiti su alcuni temi. Proprio domani, a Roma, Rutelli ha organizzato un dibattito: “Internazionale democratica”, dove si discuterà di sviluppo ed energia, sicurezza e diritti. Curioso è il titolo adottato, “Internazionale democratica”. Nel dicembre del 2006, l’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, parlando di collocazione europea e di Socialismo lanciò una proposta che seppe di provocazione: «E se l’internazione si chiamasse dei socialisti e dei democratici?».
Chissà se Rutelli non l’abbia preso in parola.

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