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giovedì 8 maggio 2008

Gaypride 2008. Solda' (Idv): "Mettiamo al primo posto il rispetto per tutti i cittadini".

(Prima) Il cambio della guardia nelle sale del Campidoglio non tarda a farsi sentire: dopo le dichiarazioni del neo-sindaco Gianni Alemanno sui temi della sicurezza, dell'immigrazione, dei rapporti con la comunità ebraica di Roma e la memoria storica, è arrivata anche la presa di posizione riguardo l'imminente Gay Pride, l'ormai consueta manifestazione della comunità omosessuale della capitale, in programma per il prossimo 7 giugno. Le dichiarazioni di Alemanno che ha definito il Gay Pride " una forma aggressiva di manifestare il proprio modo di essere" non sono piaciute all'interno dei vari circoli di cultura omosessuale, impegnati, come ogni anno, nell'organizzazione della variopinta manifestazione di rivendicazione dei diritti di gay, lesbiche e transessuali. Il primo cittadino di Roma non ha fatto mistero di una certa perplessità nei confronti dei toni esibizionistici della manifestazione, dichiarandosi contrario verso qualsiasi forma di ostentazione del proprio orientamento sessuale, ritenuta offensiva per alcuni e "non positiva neanche per chi manifesta". Numerose le polemiche riguardo a questo nuovo terreno di scontro ideologico, sollevate soprattutto da parte della sinistra più radicale che vede nelle intenzioni di Alemanno un ritorno allo Stato etico, in cui si imponevano modelli culturali e sociali. Ciò che è certo, è che il Gay Pride 2008 si svolgerà all'insegna di un'insolita austerità, voluta dall'amministrazione comunale di centro-destra, sicuramente più vicina alla proposta avanzata da GayLib, un circolo omosessuale di orientamento liberale che ai toni decisamente carioca degli anni precedenti preferisce un più sobrio corteo in giacca e cravatta. Il segretario romano dell'Italia dei Valori Roberto Soldà ha così commentato la polemica nata dalle affermazioni di Alemanno: " Ritengo giusto e doveroso nei confronti di tutti i romani garantire come ogni anno lo svolgimento del Gay Pride, ma è altrettanto giusto che chi vi partecipa esprima la richiesta legittima di un riconoscimento civile attraverso costumi e comportamenti che non offendano nessuno".

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