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martedì 8 gennaio 2008

Olocausto, Generali pagherà le vittime. L’indennizzo sarà di 35 milioni di dollari. Nella class action contate 30 mila rivendicazioni.

Raggiunto un accordo con il giudice del distretto di New York per chiudere la causa che vedeva la compagnia sul banco degli imputati.

(Il Messaggero Veneto) Le Generali hanno raggiunto un accordo con il giudice del distretto di New York per chiudere la causa che vedeva la compagnia sul banco degli imputati per non aver indennizzato le vittime dell’Olocausto e i loro eredi. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, l’accordo riconosce un indennizzo di almeno 35 milioni di dollari.
Il giudice George Daniels ha controfirmato l’accordo con il Leone per la seconda volta. Un compromesso sul piano di indennizzo era stato infatti già raggiunto a febbraio dello scorso anno, ma i legali delle vittime avevano presentato un appello ritenendo il piano inadeguato. «La transazione è una transazione giusta, ragionevole e adeguata», ha sottolineato Daniels respingendo invece le richieste di alcuni dei legali delle vittime che pretendevano un rimborso di 2 miliardi di euro.
La class action contro Generali, avviata nel 1997, è l’ultima delle grandi azioni giudiziarie presentate a nome delle vittime dell’Olocausto nazista: altri processi intentati contro compagnie assicurative tedesche e austriache hanno infatti già portato alla creazione di un fondo di compensazione multimiliardario per i sopravvissuti e per i loro parenti. Anche prima dell’accordo raggiunto oggi, la compagnia triestina ha pagato circa 35 milioni di dollari ai partecipanti all’azione di classe e potrebbe pagare ora molti altri milioni, secondo Robert Swift, uno degli avvocati delle vittime. Nell’azione di classe contro Generali si contano oltre 30.000 rivendicazioni.
Di tutt’altro tipo, invece, l’accordo raggiunto ieri dal gruppo di Trieste con i propri dipendenti. Generali ha infatti rinnovato l’accordo sul Comitato aziendale europeo (Cae), organo per l’informazione e consultazione dei lavoratori del gruppo, che è convocato sia in via ordinaria sia, tempestivamente, in caso di operazioni straordinarie. L’accordo avrà efficacia fino al 31 dicembre 2011 e rafforza l’istituto del Cae, nato in Generali nel 1997 ai sensi di una direttiva comunitaria applicata anche da altri gruppi multinazionali italiani, a partire da Unicredit e Fiat.
L’accordo dei giorni scorsi innalza e fissa in 37 il numero dei componenti del Cae, dove la rappresentanza è proporzionale al numero di dipendenti nei vari paesi: il maggior numero di delegati, sei, va così alla Germania che supera Italia e Francia con cinque delegati ciascuno. Seguono l’Austria con 4 delegati e quindi Spagna e Ungheria con 3 ciascuno mentre i lavoratori degli altri paesi europei dove è presente il gruppo (Belgio, Bulgaria, Gran Bretagna, Grecia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia) esprimono ognuno un membro del comitato.(08 gennaio 2008)Torna indietro

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