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martedì 18 settembre 2007

Milano/«Binario 21, entro due anni il Museo Shoah»

Nasce la Fondazione per il Memoriale, via ai lavori in Centrale.
Il presidente de Bortoli: testimonianza contro l'oblio. La superstite Liliana Segre: un'attesa lunga 15 anni. Il messaggio di Napolitano

Due anni di lavori, due milioni di euro da trovare in fretta per garantirne la conclusione. Ma la firma dell'atto costitutivo della Fondazione per il Memoriale della Shoah, ieri, nella Sala Reale della Stazione Centrale, è finalmente la garanzia che il binario 21, da cui tra il '43 e il '44 partirono i convogli carichi di migliaia di deportati ebrei diretti ai campi di sterminio nazisti, ad Auschwitz- Birkenau, Bergen Belsen, a Bolzano-Gries, non rimarrà ancora a lungo un sotterraneo buio e spoglio, ma diventerà un luogo affollato di memorie. È lunga quindici anni la storia di questo museo che «avrebbe dovuto già esserci», ha ricordato Liliana Segre, che di quelle deportazioni è una delle poche testimoni sopravvissute. E se ancora non c'è, «è per la sordità di tanti e la distrazione di altri. Ma oggi che i testimoni come me stanno tutti per morire, si è fatto più urgente che questo luogo diventi punto di incontro per i giovani, perché sappiano cose che ignorano, vedano nomi e volti e quei vagoni in cui siamo stati piombati per la sola colpa di essere nati».
Quel luogo testimone di una immane tragedia, caduto nell'oblio, nei sotterranei della stazione, con un ingresso a se stante da via Ferrante Aporti, è uno dei «pochi rimasti intatti da allora», ha ricordato Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, che tra i primi ha lottato per trasformarlo in Memoriale della Shoah. La Fondazione, di cui è presidente Ferruccio de Bortoli e che ieri ha avuto la benedizione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha a disposizione 3 milioni di euro per far partire i cantieri e nasce con le istituzioni (Comune, Provincia, Regione), le Ferrovie dello Stato, la Comunità ebraica, l'Unione delle comunità ebraiche italiane, l'Associazione Figli della Shoah, la Fondazione Centro Documentazione Ebraica e la comunità di Sant'Egidio. «Oggi prende il via una nuova fase — ha detto il sindaco Letizia Moratti —, in cui tutti insieme lavoriamo per trasformare un luogo invisibile in un luogo visibile a tutta la città, perché tragedie come quelle non si ripetano».
Compito delle istituzioni, ha aggiunto Filippo Penati, «è svelare il significato del binario 21, facendolo tornare ad essere uno spazio di incontro e scambi di idee, culture e religioni». Nei seimila metri quadrati oggi dismessi troveranno spazio, secondo il progetto del compianto Eugenio Gentili Tedeschi e di Guido Morpurgo, un grande archivio-biblioteca, sale proiezioni, un museo, oltre ad una parete con i nomi di chi, partito da lì, non è più ritornato. «La memoria è labile e fragile e si disperde anche dove non si penda possa disperdersi », ha detto de Bortoli, ricordando «i momenti, negli anni passati, in cui si pensava che questa iniziativa non prendesse vita». Il Memoriale «non sarà un monumento nel deserto, un luogo degli ebrei, ma un luogo affollato di memorie e un centro di vita», ha precisato Leone Seoud, presidente della Comunità ebraica. «Laboratorio per richiamare ai valori più veri per l'individuo e la società», ha scritto in una nota il presidente della Regione, Roberto Formigoni. (Corriere della Sera - Paola D'Amico)

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