
Ma non c'è solo il film di David Zucker nel mirino dei registi Jason Friedberg e Aaron Seltzer, anche il peggior prodotto della cultura pop con le disavventure di Britney Spears, Lindsay Lohan e Paris Hilton.
Il videoservizio.
(Paolo Manzo - Panorama) “Prevenire è meglio che curare”. Soprattutto durante il Carnevale, festa simbolo per un paese con quasi 200 milioni di abitanti come il Brasile. E così ecco arrivare ben 20 milioni di preservativi. Saranno distribuiti da oggi fino ai primi di febbraio quando feste, sfilate e balli saranno finiti, grazie all’intervento del Ministero della Sanità del governo Lula e del suo ministro José Gomes Temporão. In omaggio anche un numero imprecisato di pillole del giorno dopo. Obiettivo porre un freno alla diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, prime fra tutte l’Aids, il cui virus ha già infettato 600mila brasiliani.
“La società deve essere consapevole dell’importanza della prevenzione”, ha detto Temporão, definendo “strategici” i milioni di condom che il governo Lula distribuirà gratuitamente per il Carnevale. Ma, come era già accaduto durante la visita di Benedetto XVI a San Paolo, lo scorso maggio, il ministro della Salute è entrato in rotta di collisione con alcune autorità della Chiesa cattolica. All’epoca le critiche a Temporão arrivarono perché il ministro aveva definito la legislazione esistente in Brasile sull’aborto “restrittiva”, spiegando che non si possono “prescrivere dogmi e precetti di una determinata religione a tutta la società”. Oggi, i 20 milioni di preservativi del Carnevale, cui si aggiunge la distribuzione in farmacia della pillola del giorno dopo, hanno addirittura portato la diocesi di Recife a minacciare di citare in tribunale il ministero della salute dello stato del Pernambuco, tra i più poveri del Paese. Temporão ha replicato definendo “deplorevole” l’atteggiamento della Chiesa cattolica. Al di là delle polemiche, comunque, quel che è certo è che anche quando il Carnevale lascerà il passo alla Quaresima la politica di pianificazione familiare del governo brasiliano non intende fermarsi e proseguirà, tra gli elogi delle Nazioni Unite e le critiche della Chiesa cattolica.
Biopic su Harvey Milk, primo politico apertamente omosessuale ad essere stato eletto in un incarico pubblico negli Usa, il film ha visto il via delle rirprese, con le primissime immagini dal set che ci mostrano un inedito Sean Penn, con tanto di naso posticcio, barba e capelli lunghi.
L’uscita in sala dovrebbe arrivare entro la fine del 2008, per un film, visto cast e regista, a dir poco atteso.
Perché? Molti se lo chiesero, soprattutto chi amava la sua classe cristallina, il suo modo di giocare in modo semplice e leggero a cui spesso si associava una potenza sui generis. Nakata spiegò che ne aveva abbastanza, voleva completare gli studi di Giurisprudenza e poi chissà, semplicemente godersi la vita. Così nell’ultimo periodo ha abbandonato i capelli fashion e le auto di lusso per dedicarsi a una passione particolare: i viaggi, da solo, nei posti più impensabili.
Cambogia, Vietnam, Laos, Indonesia, Buthan. Poi Medio Oriente. Zainetto in spalla, capelli e barba lunga, qualche calcio al pallone nei campetti dove giocano i bimbi, un continuo girovagare per il mondo, anche nei posti falcidiati dalla guerra. “La gente ha paura di quei posti perché non sa che oltre alla guerra c’è gente stupenda. Se si viaggiasse di più ci sarebbero meno pregiudizi idioti” ha detto all’Equipe l’ex fantasista nipponico che dorme se capita tra i rifugiati del conflitto iracheno.
La sua è un’esigenza che nasce dalla curiosità: “Quando ero calciatore ho viaggiato molto ma ho visto solo hotel, stadi, aeroporti. Avevo voglia di partire da solo alla scoperta di paesi e popoli che mi affascinano. Ho voglia di vedere da me il mondo, non attraverso i giornali o la tv“. E, come detto, l’esigenza di farlo senza dimenticare la sua prima grande passione, il calcio: “Giocare una partitella è comunque sempre il modo migliore per farsi degli amici, viaggiare, scoprire il mondo vero. Il calcio è praticato ovunque ed è fantastico per questo“.
Senza mai perder di vista l’umiltà che, in fondo, ha da sempre contraddistinto questo adorabile ragazzo: “Sono un ragazzo semplice e voglio che la gente mi veda come un tipo normale, non come un calciatore famoso. Quando la gente mi riconosce, spiego che sono un semplice cittadino alla ricerca di nuovi orizzonti“. Buon viaggio, dunque, Hidetoshi…
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«Quelle del Comune, pur nel rispetto delle opinioni - ha detto Costa - sono “sparate” che rischiano di avere solo un sapore ideologico, senza alcun vantaggio reale per i cittadini».
Secondo l’esponente regionale del Pd, «il riconoscimento giuridico della coppia è quello sancito dalle leggi dello Stato e dalla costituzione. L’unica coppia che si può chiamare famiglia con i relativi diritti e doveri è quindi quella fondata sul matrimonio»; secondo il vicepresidente della Regione, «le priorità del Paese sono ben diverse da quelle proposte sulle coppie di fatto dibattute nel Comune di Genova». Nessuna reazione, invece e per il momento, da parte dei cattolici della maggioranza in Comune. Ieri il sindaco aveva ricordato che il riconoscimento delle unioni di fatto - per quel poco che il comune ha il potere di fare - rientra tra le politiche familiari previste dal programma.
ALTRE REAZIONI.
Tirreno Bianchi, presidente del gruppo regionale dei Comunisti italiani, attacca Costa: «Il vice presidente della Regione Liguria Massimiliano Costa oggi rilascia alle agenzie stampa una dichiarazione contraria alla recente e sacrosanta decisione del nostro Comune di creare il registro per le coppie di fatto che lo conferma il fervente papista quale è. A suo giudizio (in perfetta sintonia con i vertici più oscurantisti del clero italiano), tale decisione, che tenta di affrontare tante sofferte vicende umane che meriterebbero cristiana comprensione, non risponde alle priorità del Paese. A parte il fatto che i diritti civili sono sempre una priorità di un Paese civile, sarebbe interessante appurare quali siano le “vere priorità nazionali” secondo Costa. Magari l’ingovernabilità gestita attraverso l’accordo di vertice con il Cavalier Berlusconi? L’infelice mossa del gran leader del suo partito, Walter Veltroni, di allearsi con la destra. Questa è la priorità vera del Costa? Lo faceva sospettare la sua esultanza in Consiglio regionale alla notizia della caduta del governo di Romano Prodi».
La Sinistra Arcobaleno osserva: «In Italia sono ormai moltissime le copie, etero o omosessuali, che scelgono forme stabili di convivenza e non intendono o non possono sposarsi. Rispettare e riconoscere diritti a queste famiglie, come avviene ormai in tutta Europa, non toglie nulla a chi fa la libera scelta del matrimonio. Estendere tutele, dare piena assistenza a nuclei che includono spesso anche bambini, è una scelta di semplice buon senso, non una bizzarria del Comune di Genova. Negare la realtà sociale del paese è una pratica figlia di una cultura fondamentalista. La scomunica di Costa, ci pare nei toni più adeguato a una Repubblica islamica piuttosto che a una regione laica e moderna come la Liguria».
«Non mi sorprende che la sindaco abbia in mente persino una sorta di `Pacs alla genovese´. In questi quasi nove mesi la sua amministrazione ha raggiunto il limite del credibile già più volte, in ogni ambito nel quale sia andata ad operare»: il Coordinatore cittadino di Forza Italia, Roberto Cassinelli, commenta così il riconoscimento delle coppie di fatto da parte del Comune di Genova. «È quindi quasi naturale - prosegue Cassinelli - che sia giunta a proporre un’iniziativa che, se moralmente ed eticamente può essere discutibile, e per Forza Italia lo è, non trova neppure una legittimazione politica. Non molti mesi fa il Parlamento nazionale ha discusso e dibattuto di un riconoscimento delle coppie di fatto, omosessuali e non, per poi vedere il progetto arenarsi contro gli scogli rappresentati anche da quei parlamentari di centrosinistra che, fortunatamente, non si sono sentiti di sfidare i secoli di cultura ed etica che fondano l’essenza della nostra Repubblica, né la natura e le sue leggi non scritte». «Scontato» per Cassinelli il no di Forza Italia ad una simile proposta. «Noi crediamo, da laici, nella naturalità della famiglia e quindi della coppia - sottolinea -. Un uomo ed una donna, per stare insieme, non hanno certo bisogno del timbro della sindaco, per loro esiste il matrimonio. E le persone dello stesso sesso che decidono di condividere un percorso di vita comune, e di convivere sotto lo stesso tetto, possono continuare a farlo, in tutta serenità, come fino ad oggi è stato».
L’ARTICOLO DEL SECOLO XIX
Genova riconoscerà le coppie di fatto
di Giovanni Mari
Il Comune di Genova potrebbe presto rilasciare certificati anagrafici alle coppie di fatto. Un documento che attesta la «relazione affettiva» della coppia convivente che ha preferito non ricorrere al matrimonio. Non è altro che l’applicazione di due leggi dello Stato, per altro approvate tra il 1954 e il 1989, in entrambi i casi sotto governi a guida democristiana. Il sindaco Marta Vincenzi si è impegnata a sostenere in consiglio comunale il progetto lanciato da alcune associazioni e partiti del centrosinistra. Ma Forza Italia esprime «preoccupazione per le famiglie».
La norma del ‘54 (legge 1228) decreta che l’anagrafe registra le persone singole, le famiglie e le convivenze; quella dell’89 (220) stabilisce che la famiglia anagrafica è determinata da vincoli matrimoniali, di parentela, di adozione, di attività (caso particolare che si riferisce per esempio alle comunità religiose o militari), di adozione o di tutela nonché da vincoli affettivi. E proprio su questi testi hanno già approvato delibere di giunta e consiglio i Comuni di Bari, Bologna, Padova, Venezia e Ravenna. Su questo spunto, è scattata la richiesta avanzata al sindaco dai Verdi, dall’associazione Linfa (Lega italiana nuove famiglie) e dai consiglieri del Partito democratico.
In caso di approvazione, quindi, nascerà a Genova l’anagrafe delle coppie di fatto. «Abbiamo incontrato il sindaco e abbiamo fatto il punto sulle iniziative da attivare sui diritti civili e il riconoscimento delle nuove famiglie - ha spiegato Luca Dall’Orto, Verdi -. Oggi a Genova esiste il registro ma non l’anagrafe, per cui al momento non esiste una certificazione che porti al riconoscimento dello status di conviventi». Il presidente nazionale della Linfa, consigliere comunale a Padova Alessandro Zan: «A Padova grazie a una delibera del consiglio comunale esiste la famiglia anagrafica basata su vincoli affettivi. Così abbiamo risolto diversi problemi per le coppie di fatto, ad esempio l’accesso agli ospedali per il convivente. Non è un provvedimento civile ma anagrafico - ha aggiunto Zan - vale a dire si rilascia un certificato che attesta la convivenza». La coordinatrice regionale della Linfa, Cristina Morelli, segretario regionale del Versi, si è detta «molto ottimista» dopo l’incontro odierno con il sindaco. Infine, il presidente commissione comunale Pari opportunità Michela Tassistro (Pd): «Si avvia un percorso che prevede diverse audizioni. Vogliamo lavorare insieme per proporre una mozione alla giunta e quindi al consiglio comunale in quanto esistono 21 tipi di famiglie, tra famiglia standard, conviventi e divorziati, sposati con extracomunitari, con figli o senza, etero o omosessuali».
Marta Vincenzi: «Offro la mia disponibilità politica, sostengo l’iniziativa e mi auguro che possa essere presto discussa e approvata in consiglio comunale. Spero anzi si possa portare in discussione in consiglio comunale il tema delle famiglie. È un tema importante, già sollevato dal forum delle famiglie, che chiedono una Consulta: ho risposto sì purchè si faccia una consulta non solo con famiglie cattoliche».
«L’approccio del Comune - continua il sindaco - deve essere quello dei servizi allargati all’intera popolazione.Per eliminare le sofferenze di persone legate da un rapporto affettivo che oggi per la normativa vigente non possono andare per esempio in un ospedale a trovare il loro compagno. Più che altro, però, il nostro sarà solo un segnale». Tuttavia, Vincenzi ha precisato che «questo dibattito non ha niente a che fare con posizioni ideologiche; vuole solo orientare i servizi tenendo conto delle diversità che ci sono nella nostra società e laicamente affrontandole».
Raffaella Della Bianca, capogruppo di Forza Italia: «Esprimiamo stupore e preoccupazione sull’avvio di un percorso di riconoscimento delle unioni di fatto. Attendevamo iniziative a sostegno dei bisogni delle famiglie e ci troviamo davanti a iniziative che vanno in senso contrario». FI annuncia «battaglia per affermare dentro e fuori le istituzioni il valore della famiglia».