Si spegne la fiaccola a Pechino. E i cinesi sperano di non tornare indietro.
(Panorama) Alle 21,30 in punto la fiamma olimpica si è spenta sopra lo stadio nazionale di Pechino. E una anziana volontaria addetta alle pulizie dei bagni del secondo piano si è appoggiata a uno stipite e si è commossa. Centinaia di giovani colleghi, pure loro con gli occhi lucidi , si sono fatti fotografare in mille pose diverse con lo stadio sullo sfondo. Per loro non finiscono solo le Olimpiadi, ma anche il periodo di maggiore libertà che abbiano conosciuto da quando sono nati. Ora non possono prevedere se con quella fiamma si sia spento anche il «sogno» annunciato da migliaia di cartelli in tutta la capitale in questi giorni. Poche ore prima, il regista Zhang Yimou, direttore artistico delle cerimonie di apertura e chiusura dei giochi, con le sue parole, sembrava aver cercato di rassicurarli: «Stanotte la fiamma olimpica sarà spenta a Pechino. Alla Cerimonia di chiusura speriamo di dirvi attraverso il nostro spettacolo: “In realtà la fiamma olimica non è spenta, ma brucerà nel cuore di ciascuno di noi». Resta da capire se le sue siano solo parole o una concreta speranza per tutti i cinesi che si augurano che dopo queste Olimpiadi non si possa più tornare indietro sulla strada delle riforme. Alla fine, verso le 22,30, tutto era già impacchettato, la spazzatura raccolta. E fuori dallo stadio, nei prefabbricati dove per almeno un mese hanno vissuto volontari e responsabili della security si sentivano per la prima volta risate e gridolini. Mentre il pubblico defluiva, un ventenne con la maglia del comitato organizzatore si lavava i denti in strada. Essì, perché su Pechino 2008 è sceso il sipario e la festa è finita. Ma è stata bella.
Lo spettacolo, con le sue luci, le sue acrobazie e i suoi 4 mila costumi, ha sorpreso per visionarietà anche questa volta. E il caldo è stato meno opprimente, i fuochi d’artificio più colorati, le delegazioni degli atleti più disordinate e chiassose come per un ultimo giorno di scuola (gli italiani erano pochi, la maggior parte di loro erano già in vacanza). Uno dei momenti più solenni (insieme con lo spegnimento della torcia olimpica) è stato il passaggio di testimone con l’ospite dei prossimi Giochi: Londra. Dopo 8 anni le Olimpiadi tornano nella Vecchia Europa e vedere sventolare insieme le bandiere cinese, greca e britannica è stato un momento dall’alto contenuto simbolico. Tutto è riuscito perfettamente, come da copione (il press kit dei giornalisti conteneva un dettagliatissimo programma rispettato al minuto), Peccato che il biglietto da visita degli inglesi ricordi una cartolina ingiallita di quelle che si trovano ancora nei mercatini di Notting Hill. I creativi di Londra per raccontare la capitale inglese non sono riusciti a scegliere niente di meglio che un autobus a due piani, ombrelli per la pioggia, un punk, una figlia del meltingpot inglese sempre meno modello, un quasi ex calciatore (David Beckam), la vincitrice di un progrmma tv (Leona Lewis) e un pezzo di archeologia della musica rock (Jimmy Page, dei Led Zeppelin). È come se l’Italia avesse scelto per farsi rappresentare in mondovisione pizza, mandolino, Costantino, Bobo Vieri e Roby Facchinetti dei Pooh. Speriamo che per il 2012 qualcosa di nuovo succeda Oltremanica. ---
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