
"I comportamenti tenuti dalle due amministrazioni appaiono in evidente discriminazione sessuale del Giuffrida e in evidente dispregio dei principi costituzionali". Lo scrive il giudice Ezio Cannata Baratta nella sentenza con quale condanna i ministeri della Difesa e dei Trasporti al pagamento di 100 mila euro di risarcimento danni a Dino Giuffrida, il giovane al quale fu sospesa la patente di guida perché alla visita di leva dichiarò di essere gay. Secondo il presidente della quinta sezione civile del Tribunale di Catania "i comportamenti dei due ministeri" avrebbero "cagionato un grave danno al Giuffrida costituito dalla grave sofferenza morale cagionata dall'umiliante discriminazione subita". "Il comportamento delle due amministrazioni - scrive il giudice nella sentenza - ha gravemente offeso ed oltraggiato la personalità del Giuffrida in uno dei suoi aspetti più sensibili ed ha indotto nello stesso un grave sentimento di sfiducia nei confronti dello Stato percepito come vessatorio nell'esprimere e realizzare la sua personalità nel mondo esterno". Il Tribunale ha anche condannato i due ministeri al pagamento di 10 mila euro di spese legali.
"Quella emessa dal Tribunale di Catania è la prima sentenza del genere: che punisce il danno esistenziale di una persona che viene discriminata dallo Stato perché omosessuale". Lo afferma l'avvocato Giuseppe Lipera, legale del giovane che ha ottenuto, in primo grado, 100 mila euro dai ministeri della Difesa e dei Trasporti al quale fu sospesa la patente perché alla visita di leva dichiarò di essere gay. "La quantificazione del risarcimento è irrilevante rispetto al danno subito dal mio assistito - aggiunge Lipera - per questo auspico che il presidente del Consiglio dei ministri convochi Giuffrida e gli chieda scusa a nome dello Stato e di tutti gli italiani".
---
---
Nessun commento:
Posta un commento