
(Stefano Piedimonte - Il Corriere del Mezzogiorno) Che tenero Luca: cerca amici. Per cercarli meglio, ha appiccicato avvisi col proprio numero di cellulare su tutti i vagoni della linea 1. «Cerco amici» nella prima carrozza, «cerco amici» nella seconda, e «cerco amici» pure nella terza. Dopodichè, dalla quarta in poi, «cerco ragazzo». L'onestà premia, avrà pensato. Come lui, hanno fatto molti altri teneroni, tutti in cerca di amici. E tutti nei vagoni della vecchia metro. Roberto, addirittura, ha strappato gli avvisi delle Fs per piazzarci i suoi, indicando ben tre numeri di telefono a cui chiamare per offrire la propria «amicizia».

I colleghi impiccioni, il fastidio di dover rispondere durante il lavoro, e soprattutto la famiglia. «Se vuoi prendere un appuntamento decidiamo adesso, oppure mi lasci il tuo numero e ti chiamo io domani mattina, perché più tardi sto con mia moglie». La tentazione di dargli il cellulare L'annuncio di una persona che cerca «amici»: ha preso il posto dell'avviso Trenitalia di qualche personaggio scomodo è forte e insidiosa, ma anche un po' scorretta. Per Luca, più che altro. Lui, come Roberto, Sasà, e «maschio superdotato », non hanno mica tempo da perdere. Lanciano l'esca nei vagoni della metro, e tirano la lenza tra l'ufficio e il focolare domestico: basta una sim nuova per nascondere una vita intera. Scendiamo a piazza Garibaldi. Sul cartello che indica l'uscita, qualcuno ha scritto col pennarello rosso «Gesù è vivente ». Sotto, la risposta: «Azz', e dove se la fa?». Nella metro, sicuramente no. Come gli addetti alle pulizie.
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Vedi anche una simpatica considerazione all'articolo.
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