
Al momento non è ancora chiaro quanto durerà il singolare sciopero del sesso, ma i transessuali questa volta hanno deciso di fare sul serio e di farsi valere con le autorità competenti che stanno cercando di cacciarli dalla città.
Da qualche anno, spiega il giornale ligure, sia il Comune sia le forze dell'ordine hanno concentrato i loro sforzi nel risanamento delle aree a luci rosse, prestando particolare attenzione a quegli stabili che vengono utilizzati come alcove. Le prime ordinanze di chiusura con decreto giudiziario sono state inviate ai legittimi proprietari e per i trans praticare la "professione" presto sarà praticamente impossibile.
I trans che da anni sono una presenza fissa di quello che fu il ghetto ebraico si sentono accerchiati e così hanno scelto di scendere in piazza per far valere le proprie ragioni e dimostrare che la loro presenza non è affatto un problema di ordine pubblico. "Gli spacciatori ci fanno schifo e li mandiamo via a calci", spiega Annapaola, trans del centro storico di Genova. Della stessa opinione sono anche molte altre sue colleghe, convinte che la loro presenza nel ghetto garantisca in un certo senso delle zone franche in un quartiere devastato dalla criminalità.
La parola passa ora al Comune, che dovrà trovare una soluzione al problema. Di sicuro non potrà precettare i trans. Chissà come la prenderanno i clienti.
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