
Per questo, dice Di Folco in una nota, "invitiamo tutti coloro che non condividono questo tipo di informazione a boicottare un servizio pubblico che non corrisponde piu' a tale caratteristica ma che e' piuttosto propaganda di Stato, uno Stato sull'onda di una deriva fascista, verso il quale e' bene reagire subito". Dal direttore del Tg1, Gianni Riotta, vengono invece pretese scuse pubbliche "in particolar modo con la comunita' trans per l'indegno spettacolo". Intanto, Di Folco, getta altra benzina sul fuoco: "E' gia' da un po' di tempo che anche l'informazione, anche quella che dice di non aver colore, si e' piegata alle logiche dello strillone senza esercitare alcuna razionalita' critica contro questa strategia dell'odio verso tutto cio' che e' diverso, verso tutto cio' che 'non puo' stare nel mio giardino'".
In questo contesto, "i soggetti sociali piu' deboli diventano un fastidio da eliminare, la violenza contro di essi legittima" e, protesta Di Folco, "questo clima d'odio, di violenza ed intolleranza transfobica, omofobica, e razzista sta divenendo un mefitico veleno che traspira dalla politica, passa attraverso l'informazione e sta corrodendo democrazia, senso civico e vivere comune. Le forze democratiche di questo paese debbono ribellarsi a tutto cio'".
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