
(...) La concezione della vita e della famiglia, i limiti della scienza, la forza e il ruolo della religione nella società distinguono in maniera netta anche se non uniforme repubblicani e democratici americani. La distinzione ovviamente tocca anche i candidati alla Casa Bianca soprattutto in tema di aborto, dove McCain e i rivali democratici parlano linguaggi diversi. Il senatore dell’Arizona che il 4 marzo ha ottenuto formalmente la nomination del partito repubblicano può vantare un record di voti pienamente in linea con chi avversa l’interruzione di gravidanza. Secondo il National Journal, la sua aderenza ai principi pro-life sfiorerebbe addirittura il 100 per cento. Obama e la Clinton sull’altro fronte sono fra i senatori più liberal in materia di aborto. Se Hillary Clinton negli anni ha addolcito la sua posizione, parlando apertamente di “tragedia dell’aborto” e lasciando da parte il linguaggio da crociata abortista che la caratterizzava negli anni ’70 quando guidava il fronte femminista, Obama invece ha sempre espresso posizioni fortemente pro-choice. Nel 1999 e ancora nel 2001 quando era un deputato in Illinois si astenne e poi votò “no” contro una legge che imponeva la rianimazione dei nati vivi dopo un aborto, poiché a suo dire a loro non poteva applicarsi la definizione di “persona”. Recentemente Obama ha tentato di giustificare la sua posizione – che nel 2002 è stata addirittura criticata dai democratici del Congresso di Washington – dicendo che si sarebbe schierato con Bush sulla legge contro l’aborto parziale, ma la sua identità di pro-choice è innegabile.
Il problema di McCain con i conservatori è invece legato alle unioni gay e alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Per quanto riguarda le coppie omosessuali, il senatore dell’Arizona ha sempre sostenuto la sua contrarietà a emendare la Costituzione per bandire il matrimonio gay. È una posizione, questa, che se rientra nell’alveo del conservatorismo classico (che tende a limitare i poteri del governo federale), ha fatto però arrabbiare ampie frange della galassia cristiana, evangelici e cattolici, che nel 2004 avevano accolto con favore la proposta di Bush di cambiare la Costituzione USA per certificare che il matrimonio vero e proprio è quello fra uomo e donna. Sia Obama sia la Clinton sono favorevoli alle unioni gay, ma si oppongono al matrimonio fra omosessuali.
Ma è sui temi di bioetica che McCain rischia l’autogol sia nell’elettorato cattolico sia fra i conservatori. Egli infatti è a favore del finanziamento pubblico per la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Votò “sì” alla legge che dava soldi pubblici ai centri di ricerca, alla quale Bush appose il veto.
Hillary Clinton ha più volte espresso in campagna elettorale l’intenzione di togliere i vincoli ed elargire fondi federali per la ricerca sugli embrioni. Lo scorso settembre parlando a Des Moines (Iowa), disse che avrebbe stanziato soldi per la ricerca non appena entrata nello Studio Ovale.
Il problema di McCain con i conservatori è invece legato alle unioni gay e alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Per quanto riguarda le coppie omosessuali, il senatore dell’Arizona ha sempre sostenuto la sua contrarietà a emendare la Costituzione per bandire il matrimonio gay. È una posizione, questa, che se rientra nell’alveo del conservatorismo classico (che tende a limitare i poteri del governo federale), ha fatto però arrabbiare ampie frange della galassia cristiana, evangelici e cattolici, che nel 2004 avevano accolto con favore la proposta di Bush di cambiare la Costituzione USA per certificare che il matrimonio vero e proprio è quello fra uomo e donna. Sia Obama sia la Clinton sono favorevoli alle unioni gay, ma si oppongono al matrimonio fra omosessuali.
Ma è sui temi di bioetica che McCain rischia l’autogol sia nell’elettorato cattolico sia fra i conservatori. Egli infatti è a favore del finanziamento pubblico per la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Votò “sì” alla legge che dava soldi pubblici ai centri di ricerca, alla quale Bush appose il veto.
Hillary Clinton ha più volte espresso in campagna elettorale l’intenzione di togliere i vincoli ed elargire fondi federali per la ricerca sugli embrioni. Lo scorso settembre parlando a Des Moines (Iowa), disse che avrebbe stanziato soldi per la ricerca non appena entrata nello Studio Ovale.
Nessun commento:
Posta un commento