
Per l'istituto di ricerca le dimensioni del fenomeno sono ancora contenute, soprattutto comparate a quelle di altri Paesi europei (in Francia e Svezia, ad esempio, le nascite fuori dal matrimonio superano il 50%, nel Regno Unito il 44%, mentre i tassi di nuzialità sono analoghi a quello italiano), ma segnano il passaggio a una graduale trasformazione dei comportamenti familiari in atto nel Paese. Dal punto di vista territoriale le differenze sono piuttosto marcate: nel Mezzogiorno si stima una nuzialità più alta rispetto al resto del Paese, mentre la percentuale di nascite fuori del matrimonio è nettamente inferiore.
In particolare, la Campania (5,3 per mille) è la regione dove si contrae il maggior numero di matrimoni in rapporto alla popolazione. Anche nelle altre regioni del Mezzogiorno, escludendo Abruzzo (3,8) e Molise (3,7) la nuzialità si mantiene superiore alla media nazionale. Delle regioni del Centro-nord, solo nel Lazio la nuzialità (4,2) è un gradino sopra la media, mentre i valori minimi si rilevano nell'area a Nord-est del Paese, particolarmente in Friuli-Venezia Giulia (3,2), in Emilia-Romagna (3,4) e in Trentino-Alto Adige (3,4). In queste regioni le coppie manifestano, inoltre, una maggiore propensione a procreare figli pur non risultando unite dal vincolo coniugale. Il massimo si rileva in Provincia di Bolzano (38% di nascite naturali) e in Valle d'Aosta (32%)».
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