
La coalizione di Ehud Olmert attraversa una fase di debolezza e il partito rabbinico sefardita Shas è ora un tassello importante. Fra gli oppositori, si sono espressi con eguale fervore Ghilad Erdan (Likud, destra nazionalista) e Dov Henin (comunista). ''Questa legge - hanno esclamato - non deve passare. Altrimenti saremo come l'Iran''.
Anche gli opinionisti sono scesi in campo. Secondo Maariv i rabbini ortodossi di Shas sono in realtà impegnati in una 'guerra di cultura' contro il mondo moderno, allo scopo di difendere i loro ghetti mentali. Ma il ministro delle comunicazioni Ariel Atias, un dirigente di Shas, ha assicurato di essere animato solo dal desiderio di difendere i giovani israeliani dai mille rischi che incombono su di loro in internet. Atias ha detto di aver preso ad esempio non l'Iran, bensì Australia, Turchia e Singapore. L'idea è di elaborare una lista dei siti perniciosi: quindi ai server sarebbe ordinato di bloccare ogni possibilità di contatto con essi.
Secondo il deputato Henin, Atias e il partito Shas hanno intrapreso una strada molto rischiosa per la democrazia israeliana. ''Non desideriamo affatto avere un Grande Fratello'', ha osservato. Gli espedienti tecnici, a suo avviso, non potranno mai risolvere un problema del genere. Anche perché comunque i bambini resteranno esposti a rischi nelle sale chat e nello scambio di messaggi con possibili pedofili.
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