
Nella storia irrompe il personaggio comico di Razzullo (Peppe Barra), uno scrivano afflitto dalla fame e incapace di svolgere un lavoro stabile. La presenza di un personaggio comico come lo scrivano Razzullo all’interno di un contesto sacro doveva servire, all’epoca in cui La cantata dei pastori fu composta, ad attirare le masse popolari e a trasmettere loro il messaggio cristiano attraverso il teatro. L’opera - rappresentata con successo per tutto l’Ottocento - vide, nel corso degli anni, l’inserimento di altri personaggi comici e uno stravolgimento sempre più marcato dei suoi contenuti, tanto che nel 1889 le autorità decisero di vietarne la rappresentazione.
Ma non ci riuscirono se non per breve tempo. Infatti La cantata ha fatto parte del repertorio di molte compagnie per tutto il Novecento e oggi arriva fino a noi, portando con sé un fascino intatto, nell’allestimento di Peppe Barra e Paolo Memoli.
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