
E' proprio tra i politici alla Volontè che l'omofobia attecchisce meglio, rendendoli incapaci di prendere atto di come la società cambia e si evolve, di ciò che viene comunemente riconosciuto e accettato. In nessun un luogo come in Italia la politica arranca nel tentativo impacciato di colmare la distanza da una società già matura e consapevole. Lo dimostrano la difficoltà che s'incontra ad affrontare il tema delle unioni civili e l'ostruzionismo ideologico dei fondamentalisti cattolici, che tuttora impedisce l'approvazione di una legge che riconosca alle coppie di fatto i diritti più elementari.
Volontè, inoltre, denuncia l'esistenza di una "lobby radicale" che opererebbe tra Roma e Bruxelles allo scopo di "stravolgere princìpi e fondamenti dell'ordinamento italiano". La lobby radicale di cui parla Volontè sarebbe quella, che servendosi dei regolari strumenti di controllo previsti dal Parlamento Europeo (come quello dell'interrogazione), ha consentito a Marco Cappato di chiedere conto alla Commissione del recepimento - o mancato tale - di una direttiva europea contro le discriminazioni per orientamento sessuale da parte degli stati membri, entro i termini previsti?
Bisogna ammettere che è davvero bizzarro sentire illazioni di questo genere da chi risponde pedissequamente alle direttive del Vaticano: l'unica vera lobby che, incurante della laicità dello Stato, insidia l'autonomia di coloro che dovrebbero legiferare in rappresentanza di tutti i cittadini, senza discriminazioni dovute al sesso, alla razza, alla religione, eccetera, come recita l'articolo 3 della Costituzione italiana.
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