
Com’è potuto succedere? «Non avendo donato il seme in una regolare struttura sanitaria, non sono protetto dalla legge. L’accordo amichevole stretto tra noi non vale nulla. E adesso che mia moglie e io vorremmo un figlio non possiamo permettercelo perché non abbiamo di che mantenerlo», racconta a «Grazia» il signor Bathie, che abbiamo incontrato fuori dal suo appartamento di Enfield, periferia di Londra.
Le sue amiche sostengono che lei faceva da padre ai due bambini. «Non è vero. Io ho sempre detto che non erano figli miei, ero solo un donatore. Andavo a trovare Sharon e Terri saltuariamente, come succedeva anche prima, ma non ho mai fatto regali o spedito biglietti firmati “daddy” come loro hanno raccontato».
Ma non è stato un po’ troppo ingenuo? «No. Mi fidavo. Volevo solo aiutarle a realizzare il loro sogno. Non ero convinto al cento per cento, ma l’ho fatto in buona fede».
Che sentimenti ha verso i suoi due bambini? «Non li sento miei. Mi dispiace per quello che stanno passando. Essere figli di un genitore single è sempre triste. Ma ancora più triste è il fatto che la loro madre non si prenda le sue responsabilità».
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