
Papa Ratzinger stigmatizza l'ecologismo e l'ambientalismo a oltranza e ricorda qual è il posto nella prospettiva cristiana che la natura deve avere, senza ideologismi. Lo fa in uno dei passaggi centrali del messaggio per la Giornata mondiale della pace - che si celebra il primo gennaio - diffuso ieri dal Vaticano. Il testo, intitolato "Famiglia umana comunità di pace", affronta le grandi e urgenti questioni, come quella ambientale, con uno sguardo attento rivolto al problema del divario fra Paesi ricchi e sottosviluppati, al tema delle risorse energetiche, al rischio che il tema ecologico cada, appunto, nell'ideolo gia. Il Pontefice poi lancia l'allarme sulla corsa al riarmo nucleare e insiste - il discorso si apre proprio con questo riferimento - sulla tutela della famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna, primo principio della pace.
Ma la novità più consistente è la trattazione della questione ambientale. «La famiglia», si legge nel messaggio, «ha bisogno di una casa. Per la famiglia umana questa casa è la terra, l'ambien te che Dio ci ha dato perché lo abitassimo con creatività e responsabilità. Dobbiamo aver cura dell'ambiente: esso è stato affidato all'uomo perché lo custodisca e lo coltivi con libertà responsabile, avendo sempre come criterio orientatore il bene di tutti. L'essere umano, ovviamente, ha un primato di valore su tutto il creato». E dunque non vanno «dimenticati i poveri, esclusi in molti casi dalla destinazione universale dei beni del creato».
Sull'ambiente Benedetto XVI chiede alla comunità internazionale di assumersi le proprie responsabilità e di non rimandare le decisioni. Ciò va fatto «con prudenza», con un impegno collettivo e «senza accelerazioni ideologiche verso conclusioni affrettate». Il Papa denuncia con forza: occorre rivedere gli standard di consumo dei Paesi più industrializzati e investire in fonti di energia differenziate, senza costringere i Paesi più poveri «a svendere le risorse energetiche in loro possesso». A volte, «la loro stessa libertà politica viene messa in discussione con forme di protettorato, che appaiono chiaramente umilianti». Ratzinger applica i criteri della famiglia quale nucleo centrale delle relazioni sociali ai rapporti tra le nazioni. E torna a criticare gli organismi internazionali. In particolare, secondo Benedetto XVI, «gli aiuti dati ai Paesi poveri devono rispondere a criteri di sana logica economica, evitando sprechi che risultino in definitiva funzionali soprattutto al mantenimento di costosi apparati burocratici». Un forte appello per «lo smantellamento progressivo e concordato delle armi nucleari esistenti» è poi lanciato dal Papa con un riferimento anche al contenzioso aperto tra Usa e Iran, come ha chiosato il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che, insieme a monsignor Giampaolo Crepaldi, segretario dello stesso dicastero, ha presentato il messaggio pontificio. Insomma, un grande discorso di denuncia e speranza. Ma la maggior parte dei commenti si sono fermati alla solita "denuncia" della presunta "omofobia" della Santa Sede perché - incredibile si ostina a difendere la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna.
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