
Parto da questo invito spudorato a chi mi legge, per raccontare la mia serata, con un’amica, alla Fonderia delle Arti, in via Assisi. Un invito che nasce da un’esigenza, confessatami dallostesso regista, Luciano Melchionna (che ha firmato quel pezzo magnifico di film che è Gas): “Stiamo in scena fino a quando c’è pubblico. Se la gente smette di venire, ci mandano via”. E’ la triste vita di un gruppo di attori che, in questo caso, si paga da solo l’affitto della sala, non sapendo se riuscirà a coprire le spese.

Ogni esibizione dura massimo 10 minuti. In tutto gli attori sono 65, ma ogni sera ce ne sono molti di meno. La prossima settimana, ad esempio, verrà Carolina Crescentini.
A noi sono toccati i seguenti pezzi: una ragazza che, a seno nudo, ci raccontava il suo amore da 14enne per un uomo poi arrestato per violenza (hanno fatto sesso quando lei aveva 12 anni); una “Nuda gratuita”, questo il nome del personaggio, 40enne completamente nuda sulla sedia che raccontava la vita da prostituta; un processo a Gesù tratto da Dostojevski; Elettra, recitata in greco; un bravissimo meccanico che racconta dell’omicidio del fratello; un monologo di un ragazzo che parla del difficile rapporto coi genitori.

Fa una strana impressione stare in una stanza, da solo, con una ragazza che ti urla in faccia, col seno di fuori.
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