
In secondo luogo, però, bisogna anche ricordare che quando il prete, in chiesa, officia un matrimonio, agisce anche da funzionario pubblico, in un certo senso. Il matrimonio è valido anche per lo stato italiano. E' uno degli effetti del Concordato tra lo Stato italiano e la chiesa cattolica: diversamente da quanto credono alcuni - tra cui l'estensore di un commento sotto l'articolo del Corriere online - chi si sposa in chiesa non celebra un "matrimonio religioso", bensì un "matrimonio concordatario". Chi oggi si sposa in chiesa non deve poi correre in municipio a farsi registrare il matrimonio avvenuto. Il matrimonio puramente religioso - cioè, senza effetti civili e senza che il sacerdote agisca anche da funzionario pubblico - credo non esista nemmeno o, se esiste, è rarissimo. Se il matrimonio fosse puramente religioso - cioè non avesse valore anche per lo Stato italiano -, il prelato che lo celebra avrebbe tutti i diritti di escludere Luxuria o chiunque altro non corrisponda alle regole, per quanto balzane, della sua setta. Sarebbe spregevole, ma sarebbe come se un ebreo pestasse i piedi e si lagnasse perché non può fare carriera all'interno di un partito nazista. Ma poiché il matrimonio è concordatario, non penso proprio che il vescovo abbia diritto di rifiutare Vladimir Luxuria come testimone: non può farlo perché in quel momento sta agendo anche come funzionario pubblico, cioè in nome dello Stato e quindi di tutti, anche di coloro che non fanno parte della chiesa cattolica.
A me pare, insomma, che questa situazione sia esemplare per molti aspetti: la stupidità di chi, come Vladimir Luxuria, vuole blandire chi odia lei e quelli come lei; la protervia con cui la chiesa cattolica cerca di imporre le sue concezioni anche quando non agisce in ambito puramente religioso ed è così abituata a farlo da non rendersene nemmeno più conto; l'ambiguità che nasce in certe situazioni a causa di quella "strana cosa" che è il Concordato tra lo Stato italiano e una fede religiosa - una dimostrazione in più del fatto che andrebbe abolito. Nella fattispecie, se il matrimonio fosse solo civile, è evidente che il funzionario pubblico non potrebbe impedire a un transgender di fare il testimone. Così è altrettanto evidente che se il matrimonio religioso fosse solo tale - e celebrato oltre al matrimonio civile per chi aderisce a quella determinata fede - i suoi ministri avrebbero tutto il diritto di escludere coloro che non ritengono "adeguati" ai loro princìpi, ai loro dogmi o alle loro fole. Per come stiamo adesso, ci ritroviamo a metà strada, esposti alle critiche che provengono da entrambe le parti.
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