
Non sembra d'accordo Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione al Senato secondo il quale «dopo la grandissima manifestazione di ieri si fa fatica, oggi, a comprendere le dichiarazioni di alcuni ministri e a interloquire con loro nell'incessante dialogo che la sinistra, in piazza, in Parlameno e in tutte le sedi istituzionali e civili vuole a tutti i costi portare avanti». «Ieri abbiamo partecipato a un evento forse unico: non contro, non antagonista al governo, partecipe dello spirito unitario ma decisa a farsi vedere, la gente ha sfilato denunciando le precarietà della vita: il lavoro, per prima cosa, l'ambiente, la sessualità, la scuola, i saperi.... Ma Mastella invece mette insieme la manifestazione di ieri con il vaffa day di Grillo... E Damiano - conclude Russo Spena - afferma esplicitamente che è ora di smettere di fare riferimento al programma».
Russo Spena si riferisce ad una serie di interviste rilasciate dal ministro della Giustizia, Clemente Mastella, a vari quotidiani. Secondo il ministro, manifestazioni come quella di sabato «sfiancano Palazzo Chigi». «La sinistra deve capire che anche la migliore delle rivendicazioni, con i numeri che abbiamo non passa, perchè al Senato siamo appesi a due voti, due». E se prevalessero le tesi di Rifondazione sul welfare, non solo Dini, ma anche l'Udeur, osserva, «sarebbe costretto a votare no». «L'esperienza che stiamo vivendo assieme è difficile. Ci sono troppe differenze e le mediazioni non bastano. Ammetterlo non è un'eresia. Sono cattivo io o è cattiva la situazione?»
Al pessimismo di Mastella fa da contraltare l'impegno dei Verdi (che sabato non erano in piazza). «I Verdi faranno quadrato attorno a Prodi per impedire che l`Italia torni indietro e vada a destra. Lavoreremo in Parlamento affinché il grande tema della precarietà, sollevato ieri con forza dalla manifestazione di Roma, possa trovare risposte attraverso quelle modifiche che, tra l`altro, non comporterebbero alcun onere economico per lo Stato» dice il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli, che aggiunge: «Nella destra c`è chi, in modo moralmente inaccettabile, vuole condannare all`infinita precarietà oltre cinque milioni di persone e alla paura del futuro le loro famiglie».
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