
La presidenza portoghese dell'Unione Europea ha pubblicato la versione finale del testo, stabilendo: "La Carta non estende la facoltà della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (...) di valutare che le leggi, i regolamenti o le disposizioni, le praticyhe o le azioni amministrative della Polonia o del Regno Unito siano incompatibili con i diritti, le libertà e i principi fondamentali che essa riafferma". In altre parole, la Polonia ha ottenuto una deroga e non verrà obbligata ad applicare sul suo territorio la legge europea riguardante i diritti umani (amche gli inglesi godono di una deroga, ma per altri motivi).
A questo grave scacco della difesa delle minoranze sessuali non è estranea la pressione del presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha sollecitato i suoi partner europei ad adottare il testo, forzandoli ad accettare le condizioni dell'attuale governo polacco. E questo malgrado il fatto che in Polonia siano previste elezioni anticipate il 21 ottobre prossimo, solo pochi giorni dopo l'adozione ufficiale della Carta (18 e 19 ottobre).
Dopo quest'ultima data, per la prima volta sarà possibile far parte dell'Unione Europea senza riconoscere i diritti delle minoranze sessuali.
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