
"Nessuno di noi voterà per Diritto e Giustizia (PiS - partito dei Kaczynski, ndr). La coalizione che ha governato fino a poco tempo fa (PiS, Lega delle famiglie polacche e Autodifesa, ndr) ha rappresentato il peggiore scenario politico della Polonia post-1989", dice Kliszczynski in un colloquio con Apcom.
L'associazione Lambda e' sorta nel 1997. E' presente su tutto il territorio polacco, anche se le attivita' sono concentrate soprattutto in grandi citta' come Varsavia, Cracovia, Poznan e Stettino. Nella sola Varsavia conta oltre 15 mila fra membri e simpatizzanti. Obiettivo che l'organizzazione si e' prefissata e' quello di costruire un'identità positiva dell'omosessualità e promuovere nella società polacca una cultura di tolleranza e di accettazione.
Da quando però a fine 2005 il governo socialconservatore è andato al potere, l'associazione Lambda ha dovuto fare i conti con l'ostracismo dei Kaczynski e dei suoi alleati.
Il ministero dell'Educazione di Varsavia - guidato dall'ultracattolico Roman Giertych - ha avviato una campagna denigratoria contro gay e lesbiche, arrivando a inserire nei programmi delle scuole un piano contro la "propaganda omossesuale". Atti di violenza da parte della polizia hanno accompagnato la marcia dei gay per le strade di Poznan, l'anno scorso. "Da quel momento - dice Kliszczynski - il governo Kaczynski ha continuato ad attaccarci, chiamandoci malati o perversi".
Ma l'atteggiamento delle istituzioni nei confronti dei gay non sembra rispecchiare il sentimento della società polacca. "La nostra società non è omofoba, sono rarissimi episodi di violenza. I polacchi si lasciano molto facilmente manipolare. E questo - racconta ancora il presidente di Lambda - e' quello che hanno fatto i Kaczynski. Hanno giocato con le paure e l'ignoranza della gente".
Se da parte del governo c'è stata una sorta di ostracismo contro gli omosessuali, non meglio ha fatto in questi anni la Chiesa polacca: distratta, imbarazzata, a volte apertamente in contrasto con il mondo gay. "La Chiesa polacca non prende posizione sull'omofobia o su i nostri diritti. Semplicemente - sostiene Kliszczynski - mette la testa sotto la sabbia. Non vuole vedere, ha paura e tratta la questione come un tabu".
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