
Ma il Nostro non si ferma qui e al solito, ci tiene a fare una ennesima dimostrazione di ignoranza, perché sostiene appunto che il risultato di questa “colpa” israeliana è “la trasformazione del problema palestinese da questione nazionale a questione religiosa”.
Solo chi ignora totalmente la storia può fare questa affermazione. Solo chi non sa - e non vuol sapere - che fino al 1948 incluso il problema palestinese era già tanto una “questione religiosa” che la leadership era saldamente nelle mani del filo nazista Gran Mufti di Gerusalemme Haji Amin al Husseini, può pensare che questa sia una svolta recente. Peggio ancora, solo chi ancora oggi pensa che Nasser fosse un “socialista arabo” e non quel che era, un mammalucco, un classico pretoriano che, a fronte della ennesima crisi monarchica in una paese islamico, aveva preso il potere, senza alcuna ideologia di ricambio rispetto all’islamismo.
Solo uno sprovveduto, oggi, nel 2007, può pensare che sia esistita nei paesi arabi, Olp di Arafat inclusa, una parentesi laica e che questa sia sfociata in un revival fondamentalista a causa del permanere del conflitto.
Il “rifiuto arabo di Israele” è sempre stato motivato, ab initio, da ragioni religiose, tanto che i nazionalisti palestinesi e arabi (gli al Hashemi in una prima fase, poi i Nashashibi di Gerusalemme, poi Bourghiba, poi gli Abu Mazen), sono sempre stati in netta minoranza a fronte di una maggioranza jihaadista.
D’Altronde, proprio gli spasmi della società irachena post Saddam stanno lì a dimostrare che quella società baathista non è mai stata minimamente sfiorata da altra ideologia che no fosse quella islamico-jihaadista.
Veniamo qui al punto saliente dell’intervista di D’Alema a Limes, là dove si proclama tranquillissimo a fronte dell’evenienza di una presa del potere per via elettorale dei Fratelli Musulmani in vari paesi islamici.
Qui, di nuovo, D’Alema ci tiene a far saper di essere di una ignoranza crassa perché elenca il partito Akp di Erdogan in Turchia assieme alle formazioni legate ai Fratelli Musulmani in Giordania, Marocco e Egitto. Il Nostro, evidentemente non sa che invece l’Akp ha rotto violentemente con i Fratelli Musulmani dopo il golpe democratico dei generali del 1997 e che con loro è invece sempre collegato quell’Erbakan che ha rumorosamente manifestato addirittura contro la visita di Benedetto XVI° a Istanbul.
Ma D’Alema non ha la più pallida idea di cosa pensino i Fratelli Musulmani, trincia giudizi per aria, non ha letto non un libro, mai una riga su di loro e di loro.
Le legga e scoprirà che negano tutti il diritto di Israele ad esistere, che Hamas è in pieno la loro branchia riconosciuta in Palestina, che la donna deve essere sottoposta alla autorità tutoria dell’uomo, che il convertito musulmano che dia scandalo pubblico deve essere condannato a morte.
Si informi, signor ministro o si dimetta.
Non sarebbe d’altronde un gesto di cattivo gusto se finalmente Emma Bonino e Marco Pannella chiedessero le sue dimissioni, motivate proprio da questa incredibile sequela di dichiarazioni paleosovietiche (anche Stalin ha avuto a un certo punto un debole per i fondamentalisti musulmani, per il loro ruolo “antimperialista").
Nessun commento:
Posta un commento