
lunedì 17 settembre 2007
Chiesa - Frati Domenicani Olanda: Donne e gay dicano messa

Intervista a Mario Sacconi / Sicurezza e libertà in Italia

La percezione dell’insicurezza nel Nordest è più alta che nel resto d’Italia e cresce a tassi preoccupanti. L’omicidio di Gorgo ha riportato alla ribalta l’annosa questione dell’immigrazione.
La recrudescenza dei reati nel nostro territorio è strettamente collegata ai fenomeni migratori e al fatto che essi continuino ad essere subiti sulla base di flussi migratori clandestini prodotti dalla logica delle sanatorie e delle promesse di facili provvidenze sociali anche ai parenti degli immigrati contenute nel disegno di legge Ferrero-Amato. Promesse che attraggono inevitabilmente flussi clandestini. Se il delitto di Gorgo al Monticano per la sua profonda violenza rappresenta un punto di svolta, deve trattarsi una svolta che scuote le coscienze e che spinge ad agire. Ma come? Attraverso una robusta politica della sicurezza e dell’immigrazione. Noi dimostriamo rispetto nei confronti delle vittime se non giochiamo sulla sofferenza di chi è rimasto: la politica deve reagire responsabilmente, con fermezza e concretezza. Agitare il cappio, chiedere una pena di morte che giustamente non verrà mai concessa, dal momento che all’unanimità abbiamo chiesto di eliminarla in tutto il mondo, non aiuta. Il dovere di chi ha la responsabilità non è quello di speculare sulla paura, ma farla venire meno. Per questo ho apprezzato le dichiarazioni del Sindaco di Verona Flavio Tosi che, a proposito di pena di morte, ha dichiarato: “Io non partecipo alla gara, il problema vero è quello di applicare la pena, renderla effettiva”.
Il prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini l’ha accusata di aver “armato”, con il suo voto al provvedimento dell’indulto, la mano degli assassini di Gorgo al Monticano. Un’accusa pesantissima che ha scatenato in questi giorni una forte bagarre politica.
Gentilini, in nome di un’ambizione personale, non riuscirà nel suo intento di dividere la Lega dagli altri partiti della Casa delle Libertà. Ha strumentalizzato l’emozione prodotta da questa vicenda che ci ha tutti indignati per un più modesto obiettivo personale che è quello di tornare a fare il sindaco.
In risposta alle richieste di sicurezza cittadini, avete organizzato per questa sera a Treviso un importante convegno dal titolo “Sicurezza e libertà in Italia e nella marca”. Di cosa si tratta?
Con il convegno di questa sera, alla presenza dell’Ex Ministro degli Interni, Sen. Giuseppe Pisanu, abbiamo voluto dare una risposta alle domanda di sicurezza dei cittadini attraverso il nostro esponente più autorevole, colui che ha retto con efficacia il Ministero degli Interni, che ha avviato la politica di controllo del territorio e che ha consentito di intercettare gli assassini di Biagi e D’Antona. Il convegno di questa sera darà inoltre l’opportunità di illustrare tutto il lavoro svolto dal governo Berlusconi per un’Italia più sicura e più libera, lavoro che è stato poi contraddetto ed interrotto da molte delle attività legislative ed amministrative del governo prodi. Esso costituirà peraltro l’occasione anche per una più puntale risposta alle odiose offese del prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, che ha voluto strumentalizzare una vicenda che ha così profondamente indignato tutta la comunità trevigiana e che dovrebbe sollecitare una reazione alta e forte delle istituzioni e della politica.
Quando l’omofobia è di casa – Una realtà sommersa

Purtroppo sono innumerevoli le notizie sugli atti di omofobia, e in Italia ormai sono sempre più numerose. Sono tutte denunce piene di una sacrosanta indignazione, ma purtroppo esercitano un effetto diluizione/assuefazione sulle coscienze. Anche volendo, quale persona normale può sopportare questo, questo e questo in un solo giorno? Come può un omosessuale pensare al domani se non cercando di dimenticare queste notizie?
Non so come dire, ma in tutte queste condanne di atti omofobici - tutte necessarie e preziosissime - c’è qualcosa di monodirezionale, di sclerotico, di non genuino . E finalmente ho capito cosa non mi quadra: queste notizie vengono riportate solo quando ad essere omofobo è uno sconosciuto o gente che non ci riguarda, in qualche modo “altra” o “lontana”: il datore di lavoro, qualche fasci stello di turno, i passanti di una piazza o di una spiaggia, i clienti di una pizzeria, degli sconosciuti.
Non ci sono mai denunce di omofobia quando questa è famigliare e tutta italiana.
Con gli atti di violenza o di soprusi omofobi familiari avviene un po’ come per gli stupri: se li compie un marocchino, allora il mostro è in prima. Se le fa il papà o la mamma, o un sacerdote, allora niente oppure – proprio per decenza – tutto si risolve con un trafiletto e un misurato sdegno di circostanza a scomparsa immediata. Di omofobia famigliare si sente parlare solo quando un giudice esprime una sentenza oppure quando c’è un tentato suicidio di mezzo. Dico suicidio: perché spesso gli omicidi per omofobia, appena possibile vengono insabbiati e depistati (intendo nei confronti dell’opinione pubblica), come se l’omosessualità della vittima (o comunque connessa con il movente) fosse più sconvolgente dell’omicidio stesso.
Se a picchiare o ad insultare due gay sono sconosciuti, magari fascisti, allora giù la notizia e l’indignazione.
Però se è mia cognata chissenefrega: non ci pensare e guarda altrove; mangia la foglia; sopporta.
Se è tuo padre, devi capirlo: e poi, non puoi mica sputare nel piatto in cui mangi.
Se è tua madre che ti sopporta e non ti ama più, devi capire che per lei è difficile pensarla come te.
Se tuo fratello ti toglie il saluto, non puoi farci nulla. Se non ti fa vedere i suoi nipotini, devi anche capire la sua paura che vengano contaminati.
E poi lui ha i figli, tu no. Lui ha la fede al dito, tu no.
Tutto questo non è solo un problema famigliare. Non è ignoranza. Non è una cosa che capita.
Tutto questo è omofobia. E abbiamo il dovere di denunciarla, tanto quanto è doveroso denunciare quegli atti omofobi che passano per la cronaca, oppure quegli atti omofobi che capitano sempre e comunque “agli altri”.
Allarme intolleranza in Europa: aumenta la violenza contro ebrei, musulmani e omosessuali

«La violenza scatenata dall'odio rimane un serio problema per l'Europa - ha affermato Maureen Byrnes, direttrice di Human Rights First - Solo pochi governi come quello di Francia, Germania e Regno Unito hanno organizzato dei sistemi di monitoraggio di questo genere di crimini, mentre molti altri non hanno statistiche sul problema, aspetto che ne testimonia la sostanziale indifferenza».
La ricerca evidenzia come in alcuni paesi ci siano dei veri e propri focolai di intolleranza: ad esempio, in Russia c'è stata una proliferazione di crimini contro le minoranze etniche e religiose, 54 solo nel 2006. In Germania, i crimini commessi da estremisti hanno raggiunto il numero più alto da quando il sistema di monitoraggio è stato inaugurato, nel 2001, e fra 2005 e 2006 sono aumentati del 20%.
Anche gli atti di violenza antisemita sono in crescita, e molto più frequenti rispetto a dieci anni fa: sotto questo aspetto, la situazione è preoccupante soprattutto nell'Europa dell'est, dove stanno aqcsuiendo importanza gruppi politici che si rifanno alle ideologie antisemitiche dell'Ottocento. Ma la religione ebraica è sotto tiro anche in Francia, dove fra 2005 e 2006 gli atti di violenza contro gli ebrei sono aumentati del 6,6%.
Sono invece in diminuzione, ma ancora numerosi, i crimini di natura islamofoba, dopo il picco che seguì gli attentati nella metropolitana di Londra nel luglio 2005: se però in Europa occidentale è la paura del terroprismo a scatenare la vioelnza contro i musulmani, nell'Europa orientale prevalgono le motivazioni ideologiche.
«Gli Stati europei - si legge nel rapporto - devono porre fra le priorità politiche la necessità di combattere i crimini legati all'odio razziale». Secondo Human Rights First, gli strumenti si trovano nelle mani dei governi europei: le conclusioni del rapporto invitano all'adozione di leggi che prevedano pene adeguate per tali reati, a stabilire dei sistemi ufficiali di monitoraggio dei crimini legati all'odio, e ad adottare una politica di tolleranza zero.
David non sarà il gay di Desperate

David Beckham non si unirà al cast della nota serie tv americana Desperate Housewives: a confermarlo è l'attrice Eva Longoria, alias Gabrielle Solis, la casalinga disperata di origini messicane. Lo ha scritto la Bbc nel suo sito internet. Il mese scorso le indiscrezioni avevano dipinto il calciatore inglese in un duetto gay con la pop star britannica Robbie Williams nella serie televisiva statunitense.
"Ho parlato con Victoria (Beckham) l'altro giorno - ha rivelato Longoria - e stava ridendo. David si è fatto una bella risata. Non verranno allo show". A Wisteria Lane sbarcherà comunque una coppia gay - anche se non sarà la celebre accoppiata britannica - interpretata dagli attori Tuc Watkins e Kevin Rahm.
Il coming out di Richard Chamberlain

Su Vanity Fair in edicola questa settimana, con la bellissima coppia Beckham in copertina, c’è una bella intervista all’ex Dr. Kildare in cui rivela la sua trentennale storia d’amore con il suo compagno. "Sono riuscito a dire la verità solo quando ormai sullo schermo non potevo più essere un eroe romantico. Sono nato nel 1934. Negli anni ‘40 e ‘50, essere omosessuali in America era molto peggio che essere traditori o assassini. Ho avuto paura. Il Coming out per dovere di cronaca. Finalmente, nel momento in cui ho scritto su quelle pagina la parola omosessuale, mi sono sentito leggero."
A Milano proiettato il film vincitore del I° Queer Lion

Vladimir torna nella sua Foggia e presenta l'ultimo libro

Inseminazione artificiale: Jessica Simpson vuole fare un figlio con il suo parrucchiere gay

Neonazisti, in corso blitz della Digos Scattate perquisizioni nel Centro-Nor

Dalle prime ore dell'alba è in corso un'operazione della polizia di Varese nei confronti del movimento politico che ha presentato proprie liste alle elezioni tenutesi nel 2006 e 2007 in alcuni comuni delle province di Varese, Como, Lecco e Milano. Attualmente sono 47 le perquisizioni effettuate dalla Questura, coadiuvata dalle Digos di Milano, Roma, Rieti, Novara, Vercelli e Piacenza, con l'ausilio del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia. (TGCom)
Madonna criticata dai gay israeliani

Cecchi Paone "In missione sull’Isola per conto della scienza"

Sarà per indottrinarvi, per chiarire la vostra parte in commedia?
«E’ perché vuole partire bene, in armonia: non per bontà d’animo, ma per convenienza. Lei, e il produttore Gori e il direttore Marano, hanno la certezza che se non cambiano, se non abbassano i toni, i reality si autodistruggono. Certo, gli autori hanno in testa per ognuno di noi un ruolo: però un copione vero e proprio, e nemmeno un canovaccio, no, non ce lo abbiamo».
Avrà già in compenso qualche antipatia?
«Ho incontrato tutte persone civili, educate; non mi pare che il tratto caratteristico, per nessuno, sia la volgarità. Antipatie no, simpatie sì: per il figlio di Belmondo, Paul. Mi sembra che possa avere qualche chance di vittoria, lo vedo come un buon alleato. Poi mi è piaciuta tanto Debora Salvalaggio, la fidanzata di Simone Inzaghi. E’ di una bellezza folgorante, ma non aggressiva da vallettopoli: è "normale", dolce, affettuosa. Mi ha molto colpito, quella ragazza lì, l’ho trovata meravigliosa».
Se non fosse gay...
«Ma lo sono. Sono il primo gay dichiarato che partecipa a un reality, gli altri hanno sempre scelto un comportamento ipocrita».
Ragiona già in termini di alleanza: sta cominciando a elaborare una strategia di vittoria?
«Ho elaborato che cosa farei dei soldi, 200 mila euro: metà li darei alla fondazione Veronesi; metà li userei per ricomprarmi il marchio della Macchina del tempo che Mediaset non mi fa più fare da due anni e che potrei proporre alla Rai, a La7».
Non avrà accettato di andare sull’Isola perché il suo personaggio si sta appannando?
«Non posso dire che Simona Ventura e io siamo amici, perché non ci siamo mai frequentati. Però la considero un elemento di garanzia, di lei mi fido. Giudizio condiviso dalla mia ex moglie, che non compare mai in tv, ma che invece questa volta ha accettato di andare in studio, per sostenermi. Dunque se la Ventura, Gori e Marano, sono venuti da me dicendomi: abbiamo bisogno di te, non ho motivo di dubitare di loro. Il mio personaggio non è appannato, e la mia posizione sui reality resta la stessa: negativa. Se però attraverso l’Isola potranno passare contenuti seri, mi ricrederò. Bisogna dare a tutti un’ultima chance, anche ai programmi».
Un reality che parla di cose serie: appunto, siamo seri. Non le sembra fantascienza?
«Vado a verificare di persona. Il peggio che i reality potevano dare l’hanno dato. Adesso possono solo risalire, oppure chiudono. Io il mio ruolo ce l’ho».
Sarebbe? Quello del gay ufficiale ma serio contro il folkloristico Malgioglio?
«Il mio ruolo, discusso e accettato dalla Ventura e dagli autori, è quello di affermare la centralità della scienza. Io voglio dimostrare che la vita senza scienza e tecnologia è una schifezza. Che non c’è fascino nel bel tempo andato, che non è divertente non poter accendere il fuoco, che non possiamo combattere Tav e Ogm senza nemmeno sapere che cosa sono. Voglio parlare di libertà della scienza e libertà delle persone omosessuali: libertà, di corpo e di spirito, osteggiate soprattutto in Italia».
Attaccherà anche la Chiesa?
«In Italia siamo più bloccati che altrove, col Vaticano in casa. Per questo, dopo l’Isola, con Veronesi andremo nelle scuole a raccontare la scienza».
Lei davvero crede che potrà parlare di tutto questo?
«Credo di sì e spero di vincere. E di dimagrire: ma prima del digiuno, una bella mangiatona e una bella bevutona tutti insieme per il mio compleanno, oggi. Tanti auguri a me».
Florence Queer Festival

Il FLORENCE QUEER FESTIVAL e' la piu' importante rassegna toscana dedicata alla cultura QUEER (gay, lesbica, transgender, ... e non solo), organizzata dall' associazione IREOS di Firenze. L' obiettivo specifico del Festival e' quello di raccontare e descrivere, attraverso cinema, video, fotografia ed altre arti, prevalentemente indipendenti, il variegato universo gay, lesbico e tran

Mafioso e gay?

Ora è stato avvistato in Italia secondo alcune segnalazioni. L'ufficio dell'Fbi ha rilasciato immagini di James "Whitey" Bulger, 77 anni e la sua compagna Catherine Greig, 56. In aprile l'uomo era a Taormina. Sono 30 anni che l'Fbi gli da la caccia e su di lui c'è una taglia di un milione di dollari. Negli anni 60 e 70 era proprietario a Boston di due gay bar e ne frequentava un terzo.
Condy è lesbica?

Poliziotto gay, carcere e disonore in Francia

Il Comune di Bologna fa credito anche alle coppie gay
