
Tuttavia rimangono ancora alcuni paesi, come l’Italia, nei quali non solo non c’è l’equiparazione col matrimonio ma non c’è neanche la possibilità per le coppie dello stesso sesso di poter ufficializzare in alcun modo la loro unione, il che ovviamente pone tali cittadini europei in una situazione svantaggiata rispetto agli altri. In questi casi, dove non vi sia un diritto automatico all’ingresso, gli Stati membri ospitanti devono comunque “effettuare un esame approfondito della situazione personale del partner registrato” e un “eventuale diniego deve essere motivato per iscritto e fondarsi sulle circostanze particolari della fattispecie.” Frattini aggiunge che “un diniego automatico dell’ingresso e del soggiorno, basato sul fatto che lo Stato membro ospitante non riconosce le relazioni tra persone dello stesso sesso o semplicemente non vuole accogliere coppie dello stesso sesso, sarebbe contrario al diritto comunitario.”
Le uniche circostanze nei quali gli Stati membri possono limitare la libertà di circolazione degli aventi diritto riguardano i motivi di ordine pubblico, pubblica sicurezza o sanità pubblica. In questi casi tuttavia i provvedimenti devono rispettare “il principio di proporzionalità” e basarsi “esclusivamente sul comportamento personale”, che deve rappresentare una grave minaccia reale. Il vice-presidente della Commissione ha poi ribadito che gli Stati membri non dovrebbero operare “nessuna discriminazione fondata su motivazioni quali il sesso o le tendenze sessuali” e che “questo aspetto sarà valutato con particolare attenzione.”
Frattini rispondeva a una interrogazione parlamentare presentata congiuntamente nel maggio scorso da due europarlamentari, l’italiano Nicola Zingaretti e l’inglese Michael Cashman, che aveva preso spunto dal caso di un cittadino italiano che, avendo una relazione attestata con un cittadino neozelandese, si era visto prima accogliere la richiesta di ricongiungimento familiare da parte delle autorità italiane e poi, in seconda istanza, rifiutare la stessa in quanto contraria all’ordine pubblico